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Innanzi tutto, bisogna chiarire che i tre termini non sono sinonimi ed anzi, l’unico riconosciuto a livello legislativo è esclusivamente il vino biologico. Tendenzialmente però si crede che un vino biodinamico sia di qualità superiore rispetto ad un vino biologico e spesso si afferma che un vino biologico sia di qualità inferiore ad un vino tradizionale.
Il vino biologico è di qualità inferiore ad un vino tradizionale?
Il vino biologico è di qualità inferiore ad un vino tradizionale? Quanto può essere vera questa affermazione? Generalizzare non è mai corretto. Vedremo che le limitazioni per definire le tre tipologie di prodotti sono stringenti e per produrre un vino che si possa fregiare di tali titoli è difficile, ma la passione che anima i viticoltori è tale che i prodotti ottenuti sono quasi sempre strabilianti, e buonissimi.
Inoltre, il buon produttore tende a rispettare la natura e i suoi cicli e spesso, anche se non si può fregiare del logo della certificazione biologica, di fatto è già in linea con la normativa.
Vino biologico: il regolamento di produzione
Il Regolamento Europeo 203/2012 ha definito le regole per produrre vino biologico. Se in precedenza si poteva parlare solamente di "vino prodotto con uve da agricoltura biologica", oggi è tutta la produzione del vino a essere regolata da norme ben precise.
In particolare, possono fregiarsi del logo Bio solo i produttori che:
- utilizzano solamente uve coltivate con metodi di agricoltura biologici, quindi senza sostanze chimiche di sintesi e senza Ogm;
- effettuano la vinificazione utilizzando solo i prodotti enologici e i processi autorizzati, evitando l'aggiunta di sostanze chimiche.
Quantità massima di solfiti
Tra questi ultimi, il provvedimento più importante è quello che definisce la quantità massima di solfiti che possono essere presenti nel vino biologico: 100mg/l per i vini rossi con zucchero residuo inferiore a 2g/l. 150mg/l per i vini bianchi e rosati con un livello di zuccheri residui inferiore a 2g/l.
Anidride solforosa
Inoltre, gli Stati membri possono autorizzare l’incremento dell’anidride solforosa fino al tenore massimo ammesso per l’analogo vino convenzionale, in presenza di condizioni climatiche eccezionali in specifiche aree geografiche ed a seguito del deterioramento della situazione sanitaria delle uve a causa di gravi attacchi batterici o micotici.