- Mondo Vino
- 11961 views
Il termine Ratafià indica qualsiasi tipo di liquore composto da un infuso a freddo a base di frutta o fiori e alcool tipo acquavite o vino. Esistono diverse tradizioni locali, principalmente in Italia, Spagna e Francia. Scopriamo assieme alcune tipologie di questo liquore.
Il Ratafià piemontese
Il Ratafià piemontese, il più rinomato, viene prodotto su tutto l'arco alpino, ed è considerato una bevanda tradizionale (conosciuta e prodotta anche sul versante francese delle Alpi).
Storica è la produzione ad Andorno Micca, paese della provincia di Biella, dove già nel 1600 veniva prodotto nel monastero di Santa Maria della Sala. Successivamente la lavorazione divenne caratteristica di alcune famiglie del paese, che dal 1880 è sede della storica fabbrica Cav. Giovanni Rapa.
Durante il Settecento e l'Ottocento questo liquore raggiunse grande fama e diffusione. Veniva spesso preparato anche in casa utilizzando un grande assortimento di frutti ed erbe.
Il Ratafià piemontese è profumato e versatile, può essere bevuto come dopo-pasto, freddo o con ghiaccio, aggiunto al gelato o sulla frutta, oppure in cucina per esaltare piatti di selvaggina o dolci golosi. Si è riscoperto l’utilizzo dei Ratafià all’interno dei cocktail, rivisitando un Negroni, ingentilendo una Caipirinha con la frutta, arricchendo di profumi un Gin Tonic, caratterizzando un Kir Royal.
Il Ratafià abruzzese
Con il tempo, si diffuse anche in Abruzzo, grazie all'utilizzo del vino locale, il Montepulciano d’Abruzzo, un vino rosso corposo, strutturato e ricco in antocianine, sostanze responsabili della sua grande carica fruttata. Per produrre il Ratafià si parte da una base di vino Montepulciano d’Abruzzo a cui si aggiungono amarene, zucchero e poco alcol, ma non necessariamente: a volte l’unico ingrediente alcolico è il vino. Questo rende il Ratafià abruzzese meno alcolico rispetto al piemontese.
Il Ratafià de Champagne
Il Ratafià de Champagne, liquore tradizionale francese ottenuto dalla quarta e ultima pressatura delle uve, la cosiddetta rebeche, impiegate per produrre lo Champagne, vale a dire pinot nero, pinot meunier e chardonnay, e addizionato d’alcool (distillato d’uva a più di 85°) ed è stato ufficialmente riconosciuto dall’INAO come prodotto della Champagne attribuendogli lo status di IGP.